domenica 28 luglio 2013

Il dominio



- Allora, avvocato, questo è il preventivo. Abbiamo: registrazione del dominio avvocatoerminiomanfredi.it, analisi degli obiettivi, struttura del sito web, grafica e design, funzionalità, posizionamento nei motori di ricerca, 5 caselle di posta elettronica, antivirus e antispam. Il totale è 2.600 euro.

- Ottimo lavoro. Certo il dominio è piuttosto brutto. Non potrei avere solo nome e cognome senza avvocato?

- È già occupato.

- Da chi?

- Erminio Manfredi.

- Ho capito, ma chi è?

- Un allevatore di api. L'ho contattato: non intende cedere il dominio.

- Quindi non c'è niente da fare?

- No.

- Ho capito.

- A meno che...

- A meno che?

- A meno che il signor Manfredi non abbia, diciamo così, un incidente.

- Cosa intende?

- Su, avvocato, ci siamo capiti.

- Si spieghi meglio.

- Se facciamo fuori l'apicoltore il dominio è suo.

- Ma sta scherzando?

- …

- …

- Sì, sto scherzando!

- Ahahahah!

- Ahahahah!

- …

- …

- Quanto costa?

- Cosa?

- L'incidente dell'apicoltore.

- Mi passa la penna?

- Sì.

- Ecco la cifra.

- Mh.

- Le sto facendo un buon prezzo.

- Rischi?

- Nessuno. Facciamo un lavoro pulito. Nessun legame con lei, nessun movente. Anche questa volta nessuno penserà alla RD, come la chiamiamo noi.

- Cos'è la RD?

- Ripulitura Dominio.

- Cioè?

- Cioè eliminiamo il possessore di un dominio su commissione. Lei non ha idea di quante persone vengono ammazzate ogni anno per liberare un dominio.

- Ma dice sul serio?

- La maggior parte degli omicidi insoluti, quelli di cui si parla nelle cronache, sono RD.

- Per esempio?

- Mi passa la penna?

- Sì.

- Per esempio lui.

- No!

- E lei.

- Pure!

- Sì, ce ne siamo occupati noi. Tutti che parlano di femminicidio, invece è un dominicidio! Ahahah!

- Ahahah!

- Ok, avvocato, allora siamo d'accordo?

- D'accordo.

***

- Avvocato, come sta? Ha letto la cronaca?

- Ho letto, si accomodi pure.

- Abbiamo fatto un lavoro pulito.

- Ha sofferto?

- Be', essere punti da seimila api non è proprio morire nel sonno.

- Già.

- E così lei ha il suo dominio erminiomanfredi.it.

- Ermigno.

- Erminiomanfredi.it.

- No, Ermigno con gn.

- Come con gn?

- Mi chiamo Ermigno Manfredi.

- Che cazzo di nome è Ermigno?

- Era il nome di mio nonno.

- E adesso?

- Non lo so, è lei l'esperto.

- Ho ammazzato un apicoltore del cazzo per avere quel dominio.

- Sono i rischi del mestiere. Mi scusi, può ripetere quello che ha detto?

- Cosa?

- L'ultima frase.

- Ho ammazzato un apicoltore del cazzo per avere quel dominio?

- Grazie. È per la registrazione.

- Quale registrazione?

[RWNDRWNDRWNDRWNDRWND]

“...Ho ammazzato un apicoltore del cazzo per avere quel dominio...”

- Merda.

- Vuole riascoltare?

- Sì.

[RWNDRWNDRWNDRWNDRWND]

“...Ho ammazzato un apicoltore del cazzo per avere quel dominio...”

- Non posso crederci!

- Eh, lo so.

- Qualcuno usa ancora registratori a cassetta.

- Era di mio nonno.

- Cosa vuole, avvocato?

- Non sono avvocato.

- No?

- E non mi chiamo Erminio Manfredi.

- Ah.

- Mi chiamo Sebastiano Faggi.

- Come me.

- Esatto. Voglio il suo dominio sebastianofaggi.it, gli do la caccia da anni. Altrimenti questa registrazione finisce alla Polizia.

- Ma io in realtà mi chiamo Ettore Mandrucchi.

- La smetta.

- Ok.

- Allora?

- Ho bisogno di prendere un po' d'aria.

- Andiamo in balcone. Vuole bere qualcosa?

- Un Bourbon, grazie.

- Beva.

- Avvocato, lei mi ha incastrato per bene.

- Non sono avvocato.

- Non posso fare altro che cederle il dominio.

- Immagino di sì.

- Cosa si prova ad avere il dominio?

- Lei ce l'aveva prima di me, non si ricorda?

- Sì. Mi dava sicurezza. Si sta preparando un bel temporale, guardi che nuvola nera.

- Non è una nuvola.

- È vero, fluttua. Che cos'è?

- Non lo so. Ma qualunque cosa sia si sta muovendo velocemente verso di noi.

- Lo sente anche lei questo ronzio, avvocato?

- Non sono avvocato.

mercoledì 3 luglio 2013

Chirurgo dimentica suo figlio nella pancia di una paziente



MONZA – Un piccolo imprevisto e la tranquilla routine di un giovane e brillante chirurgo ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Era una giornata come un’altra per Gian Vittorio Semeraro, chirurgo all’Ospedale San Procopio di Monza, con la sola differenza che quella mattina era dovuto passare in ospedale per un’operazione urgente. Così ha portato con sé il figlioletto di 3 anni, prima di accompagnarlo all’asilo. Il resto ce lo racconta lui, ancora scosso per l’accaduto.

“Stavo operando con mio figlio che si era addormentato in braccio – sono talmente bravo che posso operare con una mano sola – quando mi è squillato il cellulare. Così ho appoggiato mio figlio lì, vicino alla cistifellea, e ho risposto al telefono. E dopo il buio. Nella mia testa mio figlio era già all’asilo, è brutto da dire, ma me ne sono dimenticato. Ho ricucito la pancia della signora e sono andato a prendere un caffè. Nel pomeriggio, quando sono andato a prendere il bimbo all’asilo, le educatrici mi hanno detto che non era mai arrivato. A quel punto mi si è accesa la lampadina. Sono tornato di corsa all’ospedale, ho riportato la signora in sala operatoria e con un cesareo d’urgenza ho rivisto mio figlio. Per fortuna stava bene. Il problema a quel punto era convincere la signora che quello non era figlio suo. Lei ha cominciato a dire ‘È uscito dalla mia pancia quindi è mio!’ e lo tirava per i piedi. Ho provato a farla ragionare dicendole che quel bambino aveva 3 anni e lei invece 79, ma niente. Solo quando le ho fatto notare che era vestito e aveva pure lo zainetto dei Gormiti ha mollato la presa. Stavolta è andata bene ma non voglio più correre questo rischio: la prossima volta lo lascerò in macchina”.

Per Lercio