domenica 6 luglio 2014

#215

[ULTIM'ORA] Yara, Bossetti chiede di essere interrogato per farsi puntare una lampada in faccia



venerdì 6 giugno 2014

Tangenti negli appalti per la ristrutturazione di Sophia Loren, decine di arresti



Roma – Dopo lo scandalo dell’Expo a Milano e del MOSE a Venezia una nuova inchiesta ha portato alla luce un giro di tangenti e di corruzione nel quale sono coinvolti decine di persone tra imprenditori ed esponenti politici. Si tratta degli appalti per la ristrutturazione di Sophia Loren, un’opera ambiziosa che si propone di tenere in piedi la signora Scicolone per altri 50 anni e per la quale lo Stato ha già stanziato oltre 6 miliardi di euro.

Sospetti di irregolarità nell’assegnazione dei lavori si erano già avuti quando si seppe che a vincere l’appalto era stato il muratore napoletano Carmine Scoppettuolo, che già in passato aveva cercato, a colpi di mazzette, di aggiudicarsi il cantiere Patty Pravo.

A portare gli inquirenti sulla strada giusta un’intercettazione telefonica tra Scoppettuolo e un funzionario responsabile dei lavori pubblici, proprio la sera del crollo delle guance dell’attrice. Fanno indignare le risate dei due che già pregustano l’affare sulla pelle (letteralmente) di Sophia Loren.

Funzionario: «Hai sentito la notizia?»
Scoppettuolo: «Quale?»
Funzionario: «La Loren è venuta giù»
Scoppettuolo: «Eh, ho sentito, ho sentito…(ride)»
Funzionario: «Così, per dire. Per carità, poveraccia»
Scoppettuolo: «Eh certo. Io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto»
Funzionario: «Io pure. Vabbuò, ciao»

Ora il cantiere è bloccato e la signora Loren, raggiunta telefonicamente, ha espresso tutto il suo disappunto: “Uagliù, sbrigatevi a sbloccarmi il cantiere che ci stanno i pensionati fissi che mi guardano”.
Intanto un nuovo filone dell’inchiesta potrebbe riguardare altre due grandi opere: Ivana Spagna e Donatella Versace. Entrambe ricostruite a costi esorbitanti e rimaste sostanzialmente inutilizzate, vere e proprie cattedrali nel deserto simbolo dello spreco e della cattiva gestione.

venerdì 30 maggio 2014

lunedì 26 maggio 2014

#213

[ULTIM'ORA] I grillini protestano: "Eravamo convinti che si votasse anche lunedì"

venerdì 23 maggio 2014

Matteo Renzi: "80 euro in più anche nelle paghette dei bambini"



Roma – Potrebbe riservare sorprese la paghetta di maggio dei bambini italiani. È quanto trapela da Palazzo Chigi al termine di un convulso consiglio dei ministri. L’intenzione del Presidente Renzi, infatti, è di continuare sulla strada del rilancio dell’economia già intrapresa con il bonus di 80 euro nelle buste paga dei lavoratori. Stavolta ad usufruire dell’incentivo economico saranno i bambini, che da questo mese troveranno 80 euro in più nelle loro paghette. Ma vediamo nel dettaglio chi usufruirà del bonus.

Il provvedimento dovrebbe riguardare tutti i bambini tra i 7 e i 14 anni che percepiscono una paghetta mensile inferiore ai 3.000 euro netti, tutti i bambini adottati entro il 1 gennaio 2011 e tutti i boyscout indiscriminatamente. Restano fuori gli orfani di lungo corso, i figli dei camorristi e i nipoti di Pierluigi Bersani (su questo punto Renzi è stato irremovibile).

Lo scoglio invece è rappresentato dall’opportunità o meno di estendere il bonus anche alle baby squillo: “Su questo punto delicato stiamo cercando una convergenza con le altre parti politiche”, fanno sapere voci vicine al Presidente Renzi che però può già contare sul sì di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, infatti, ha commentato con un significativo “Sì, diamolo alle baby squillo”.

Il provvedimento sta già incontrando il consenso entusiastico delle associazioni dei commercianti: “Finalmente una boccata d’ossigeno anche per noi”, ha dichiarato il Presidente di Federmerendine.

Ma non manca chi critica il provvedimento bollandolo come astuta manovra politica. Ai più attenti, infatti, non è sfuggito il particolare che ad usufruire dell’aumento in paghetta sarebbero anche molti deputati del Movimento 5 Stelle.

venerdì 16 maggio 2014

"Troppi Papi morti sul lavoro", la Procura apre un'inchiesta



ROMA – Che il mestiere del Papa sia pericoloso lo prova il fatto che ormai nessun italiano vuole più farlo. Da anni, infatti, questa antica professione viene svolta esclusivamente da lavoratori stranieri, spesso già in precarie condizioni di salute.
Sono 262 i Pontefici che hanno perso la vita durante lo svolgimento del loro lavoro. Una scia di sangue che dura da secoli a cui si sono sottratti solo 3 Papi nella storia.

“Stiamo cercando di sollevare il velo d’omertà che circonda queste ‘morti bianche’ – spiega Pietro Santopadre dello SPA (Sindacato Papi Autonomi) – perché per sconfiggere questa piaga dobbiamo innanzitutto parlarne e sensibilizzare l’opinione pubblica. Per esempio la gente deve sapere che uno studio internazionale ha rivelato che il Pontefice è una delle professioni più a rischio, insieme al dittatore, al camorrista e al tappezziere”.

Importante anche la testimonianza di un Papa attuale (che vuole restare anonimo) che ci rivela lo stato d’animo di chi svolge questo mestiere. Le parole di Papa Alberto (il nome è di fantasia) sono significative: “Ogni giorno mi affaccio alla finestra, parlo alla gente, accarezzo i bambini, ma non so mai se arriverò vivo a fine giornata. Quando dico alle persone ‘pregate per me’ tutti lo interpretano come un gesto di umiltà, non sanno che in realtà mi sto cacando sotto”.

Lo SPA, quindi, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Di Papitudine si muore”. Testimonial della campagna è Joseph Ratzinger, l’unico tra i Papi moderni che ha avuto il coraggio di licenziarsi e che ha raccontato la sua drammatica esperienza nel libro “Se questo è un Papa”.

Intanto la Procura vuole vederci chiaro e ha aperto un’inchiesta. Le attenzioni degli inquirenti si concentrano sul misterioso datore di lavoro dei Papi – che si fa chiamare “Il Signore” – e che risulta da sempre irrintracciabile.

venerdì 18 aprile 2014

"Porti la croce a cazzo di cane!", Via Crucis finisce in rissa



Roma – La tradizionale Via Crucis che ogni anno si svolge tra le strade del popolare quartiere Primavalle, si è trasformata in una rissa da pub. Protagonista dell’episodio Nando Coniglio, tassista 59enne, che per 32 anni aveva sempre interpretato la parte di Gesù durante la Via Crucis, ma che quest’anno è stato rimpiazzato dal più giovane e aitante Manuel Fargo. L’esclusione, mal digerita dal Coniglio, è stata la causa scatenante della rissa che si è sviluppata per le strade di Primavalle.

Dopo la settima stazione (“Gesù cade per la seconda volta e si rialza bestemmiando”), il corteo sacro è transitato sotto casa del Coniglio che, appostato sul suo balcone, ha lanciato una secchiata d’acqua gelata al rivale gridando “Ottava stazione: Gesù se pia ‘a pormonite”. A quel punto pure il Fargo ha perso la compostezza imposta dal suo ruolo e si è rivolto al Coniglio con parole poco cristiane: “Scenni a ‘nfame che te rompo er culo”. I due, dopo essersi scambiati insulti di vario tipo (“Porti la croce a cazzo de cane!” “A vecchio sei finito, poi fa’ solo er nonno de Ponzio Pilato!”) sono venuti ben presto alle mani. Coniglio, a dispetto dell’età avanzata, ha dimostrato una notevole forza fisica, unitamente a un discreto senso dell’ironia, come quando, dopo aver colpito il rivale con un pugno sul mento, ha esclamato:“Nona stazione: Gesù cade per la terza volta e se riarza cor cazzo!”.

A mettere fine alla rissa ci hanno pensato i tre fratelli Guarnieri che interpretavano i Centurioni, nominati dalla folla tutori dell’ordine in assenza della Polizia di Stato. I Guarnieri hanno bloccato l’esagitato Coniglio e l’hanno flagellato di brutto. La vista del sangue (prontamente raccolto dal sor Armando – che interpretava Giuseppe d’Arimatea – al grido di “Aho, hai visto mai!”) ha riportato tutti alla dimensione religiosa dell’evento.

La Via Crucis è proseguita con l’insolita presenza di due Gesù: il titolare Fargo e il Coniglio che si è guadagnato il posto sul campo, sopportando la flagellazione senza fiatare. Il corteo sacro, infine, ha effettuato una stazione imprevista al Policlinico Agostino Gemelli (“Gesù va al Pronto Soccorso e ottiene quattro punti di sutura”).