martedì 29 giugno 2010

mercoledì 23 giugno 2010

Schindler 5300: elevatevi!

Pezzo pubblicato su Out of the Blue

Sono lieto di presentarvi il nuovo nato in casa Schindler, azienda leader nella produzione di ascensori. Lasciate che vi accompagni per mano nel grande e silenzioso mod. 5300 e resterete stupiti – come me – per l'alto grado di innovazione raggiunto dalla Schindler.
Nulla è lasciato al caso, tutto è studiato nei minimi dettagli, dal motore (gearless con variatore di frequenza) alle porte, dalla pulsantiera al corrimano in alluminio, tutti elementi che fanno di quest'ascensore un gioiello di ingegneria, una macchina perfetta che si rivolge a grandi aziende, a stabili privati e ai sempre più numerosi collezionisti di ascensori.
Uno dei punti di forza dell'azienda Schindler è senza dubbio la sicurezza, garantita da test altamente rigorosi. Oltre alle tradizionali prove di carico e trazione, lo Schindler 5300 ha superato brillantemente un test di healthy site, che consiste nel verificare il livello di benessere degli utenti in cabina tramite delle intercettazioni ambientali. Di seguito la trascrizione fedele di due conversazioni avvenute in ascensore, una con un vecchio impianto e l'altra con lo Schindler 5300.



Vecchio impianto:

- A che piano va?

- Quinto, grazie.

- ...

- ...

- Caldo eh?

- Già. E dice che farà ancora più caldo.

- Più che altro è l'umidità che dà fastidio!

- Ormai siamo un paese tropicale.

- ...

- ...

- Buona giornata.

- Buona giornata.



Schindler 5300:

- A che piano va?

- Quinto, grazie.

- ...

- ...

- Caldo eh?

- Mah, non direi.

- Come?

- E' una temperatura ampiamente nella norma se si considera che è estate. Inoltre credo che dovremmo imparare a vivere il presente ed accettare con maggior serenità l'alternarsi delle stagioni. Così come il fluire della vita, del resto.

- Non ci avevo mai pensato, lei ha ragione. Posso dirle una cosa?

- Prego.

- La sua cravatta fa schifo al cazzo.

- Ok, sono contento che me l'abbia detto. Come si sente ora?

- Più sicuro di me.

- Molto bene.

- Peccato, siamo arrivati al piano! Avrei voluto parlarle della mia fobia dei rastrelli.

- Possiamo sempre tornare al piano terra e risalire, che ne dice?

- Ottima idea. Ma diamoci del tu...


Dunque il comfort delle cabine Schindler 5300 favorisce l'assertività e l'espressione di sé. A ben pensarci è il setting ideale per una seduta di psicoterapia. A questo proposito non posso fare a meno di menzionare il grande psicoterapeuta Alfredo Novelli che negli anni '60 si impose nel panorama psicanalitico con il saggio “Psicologia dell'elavazione”. Novelli, ignorando le ire degli altri condòmini, riceveva i suoi pazienti nell'ascensore dello stabile, costruendo in questo modo un'efficace analogia tra il viaggio in ascensore e il viaggio interiore del paziente. Novelli premeva i piani alti quando il paziente esplorava gli aspetti cognitivi del suo problema, i piani bassi quando si immergeva nell'inconscio. Premeva il tasto “Alt” quando il lavoro si faceva emotivamente insostenibile e il tasto “Allarme” quando il paziente provava ad andar via senza pagare la parcella.
E chissà quali risultati avrebbe ottenuto Novelli se avesse potuto disporre già allora di un ascensore Schindler 5300. E soprattutto se l'inquilino dell'ultimo piano non lo avesse ucciso a randellate al grido di “elevati dai coglioni”.



Illustrazione di Lucia Di Giammarino

lunedì 21 giugno 2010

Al piano: Dio

Pezzo contenuto nel n. 32 di ScaricaBile. Prendetelo qui.


Io non sono cattolico, non lo sono mai stato. I miei genitori mi hanno impedito qualsiasi contatto con l'ambiente della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Se da una parte questo mi ha salvato letteralmente il culo, dall'altra mi ha provocato una pressocché totale ignoranza della liturgia ecclesiastica e un'intima sfiducia verso i cosiddetti ministri di Dio.
Ma ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui parlare con una persona di fede potrebbe essere confortante; sono quei momenti in cui i conflitti interiori si fanno preponderanti e le certezze vacillano. Come quella volta, 15 anni fa, quando decisi di usare come capotasto mobile per la chitarra acustica il dito indice di mio zio morto. A me sembrava una cosa carina, un buon modo per onorare la memoria di zio Nicola, oltre che per avere un barrè naturale. Ma gli altri la pensavano diversamente. Mi guardavano male, mi davano delle spinte. E io entrai in crisi.
Ora sto vivendo un momento simile e ho bisogno di aiuto. Il mio gatto, Micho Vidal, è affetto da una rarissima malattia degenerativa felina, conosciuta come “Sindrome di Gagarin”. In pratica sta progressivamente e inesorabilmente superando la forza di attrazione della gravità terrestre. Allo stato attuale fluttua.





È una condizione penosa per lui e per me che sono costretto a nutrirlo con la fionda. Per non parlare del fatto che caga e piscia sui miei amici, in particolare su uno.
Micho è destinato a una fine orrenda. Quando la malattia peggiorerà mi troverò di fronte a un dilemma morale insostenibile: lasciare che si comprima contro il soffitto fino a spiattellarsi, oppure accompagnarlo alla finestra e fare in modo che lasci il pianeta Terra. Al momento propendo per la seconda ipotesi, visto che ho ritinteggiato da poco. Ma i dubbi mi stanno lacerando. Chi sono io per intervenire nel destino di un essere vivente? E se lo lascio andare nello spazio e si scontra con un asteroide cambiandogli l'orbita, facendolo precipitare sulla terra e provocando l'estinzione del genere umano? Posto che quest'ultima possibilità non mi dispiace affatto, ho deciso di andare in chiesa per parlare con un sacerdote, ma non è andata come pensavo.


- Buongiorno, è lei il titolare?

- Sono il parroco.

- Sono in ambasce. Vorrei confidarmi con lei.

- Non qui. Andiamo in confessionale.


Il prelato attraversa la navata con passo deciso fino a scomparire dietro la tenda di uno strano armadio di legno. Lo raggiungo.


- Figliolo, lei deve andare di là.

- Come?

- Questo è il mio posto, lei deve stare dall'altra parte della grata.

- Mi scusi.


Guadagno il mio posto, anche se preferivo l'altro, e gli dico di Micho Vidal e dei miei profondi turbamenti.


- Prete, cosa devo fare?

- Mi chiami padre. Credo che lei non debba fare assolutamente nulla, la vita del suo gatto appartiene a Dio.

- Una cortesia: possiamo lasciare Dio fuori da questa storia?

- Non credo proprio, non possiamo prescindere dal suo piano.

- Quale piano?

- Figliolo, Dio ha un piano meraviglioso...

- Però lo suona di merda...ah ah ah.

- Come dice?

- Dio deve avere delle dita tremendamente tozze...ih ih ih.

- ...

- Perché va via? Sono davvero tanto dispiaciuto. Prete, ma poi torna, vero?

- ...

- Allora posso mettermi al suo posto?


***

In queste ore Micho Vidal è peggiorato. Ora se ne sta schiacciato contro il soffitto respirando a fatica. Ho deciso di lasciarlo andare. Per salutarlo metto su le Variazioni Goldberg di Bach suonate da Glenn Gould, lui sì che era un dio al piano. Con una scopa lo accompagno alla finestra, mi lascio pisciare in testa per l'ultima volta e lo spingo fuori. Addio Micho, un po' ti invidio.

domenica 20 giugno 2010

#79

Sudafrica, nel pomeriggio avvistate di nuovo quelle strane mozzarelle blu.

sabato 12 giugno 2010

#78

Arriva il musical su Papa Wojtyla. Il titolo è "Non abbiate paura", preferito a "Staccatemi quei tubi".

martedì 8 giugno 2010

Best of PDL (Palestra di Daniele Luttazzi) #7

Attore porno, omicida, muore in incidente stradale: aveva ucciso un collega con una spada da samurai sul set di un film a luci rosse, poi la caduta in un dirupo durante la fuga. In pratica un film porno che diventa un film di Kurosawa che diventa "Il sorpasso". (matteo poles)

da La Palestra di Daniele Luttazzi

martedì 1 giugno 2010

Bluepedia #10

Frasi apparse su Out of the Blue


La combinazione della cassaforte di Rod Stewart è: 61109825.


Da piccolo Papa Roncalli voleva fare il poeta pakistano.


Più di una persona giura di aver visto un Golem aggirarsi nella metropolitana di Praga.


Enzo Ferrari era una delle Simpatiche Canaglie.


Il rabbino sefardita Ovàdia Yosèf fu accusato da suo cugino di contrabbandare prepuzi.