lunedì 21 giugno 2010

Al piano: Dio

Pezzo contenuto nel n. 32 di ScaricaBile. Prendetelo qui.


Io non sono cattolico, non lo sono mai stato. I miei genitori mi hanno impedito qualsiasi contatto con l'ambiente della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Se da una parte questo mi ha salvato letteralmente il culo, dall'altra mi ha provocato una pressocché totale ignoranza della liturgia ecclesiastica e un'intima sfiducia verso i cosiddetti ministri di Dio.
Ma ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui parlare con una persona di fede potrebbe essere confortante; sono quei momenti in cui i conflitti interiori si fanno preponderanti e le certezze vacillano. Come quella volta, 15 anni fa, quando decisi di usare come capotasto mobile per la chitarra acustica il dito indice di mio zio morto. A me sembrava una cosa carina, un buon modo per onorare la memoria di zio Nicola, oltre che per avere un barrè naturale. Ma gli altri la pensavano diversamente. Mi guardavano male, mi davano delle spinte. E io entrai in crisi.
Ora sto vivendo un momento simile e ho bisogno di aiuto. Il mio gatto, Micho Vidal, è affetto da una rarissima malattia degenerativa felina, conosciuta come “Sindrome di Gagarin”. In pratica sta progressivamente e inesorabilmente superando la forza di attrazione della gravità terrestre. Allo stato attuale fluttua.





È una condizione penosa per lui e per me che sono costretto a nutrirlo con la fionda. Per non parlare del fatto che caga e piscia sui miei amici, in particolare su uno.
Micho è destinato a una fine orrenda. Quando la malattia peggiorerà mi troverò di fronte a un dilemma morale insostenibile: lasciare che si comprima contro il soffitto fino a spiattellarsi, oppure accompagnarlo alla finestra e fare in modo che lasci il pianeta Terra. Al momento propendo per la seconda ipotesi, visto che ho ritinteggiato da poco. Ma i dubbi mi stanno lacerando. Chi sono io per intervenire nel destino di un essere vivente? E se lo lascio andare nello spazio e si scontra con un asteroide cambiandogli l'orbita, facendolo precipitare sulla terra e provocando l'estinzione del genere umano? Posto che quest'ultima possibilità non mi dispiace affatto, ho deciso di andare in chiesa per parlare con un sacerdote, ma non è andata come pensavo.


- Buongiorno, è lei il titolare?

- Sono il parroco.

- Sono in ambasce. Vorrei confidarmi con lei.

- Non qui. Andiamo in confessionale.


Il prelato attraversa la navata con passo deciso fino a scomparire dietro la tenda di uno strano armadio di legno. Lo raggiungo.


- Figliolo, lei deve andare di là.

- Come?

- Questo è il mio posto, lei deve stare dall'altra parte della grata.

- Mi scusi.


Guadagno il mio posto, anche se preferivo l'altro, e gli dico di Micho Vidal e dei miei profondi turbamenti.


- Prete, cosa devo fare?

- Mi chiami padre. Credo che lei non debba fare assolutamente nulla, la vita del suo gatto appartiene a Dio.

- Una cortesia: possiamo lasciare Dio fuori da questa storia?

- Non credo proprio, non possiamo prescindere dal suo piano.

- Quale piano?

- Figliolo, Dio ha un piano meraviglioso...

- Però lo suona di merda...ah ah ah.

- Come dice?

- Dio deve avere delle dita tremendamente tozze...ih ih ih.

- ...

- Perché va via? Sono davvero tanto dispiaciuto. Prete, ma poi torna, vero?

- ...

- Allora posso mettermi al suo posto?


***

In queste ore Micho Vidal è peggiorato. Ora se ne sta schiacciato contro il soffitto respirando a fatica. Ho deciso di lasciarlo andare. Per salutarlo metto su le Variazioni Goldberg di Bach suonate da Glenn Gould, lui sì che era un dio al piano. Con una scopa lo accompagno alla finestra, mi lascio pisciare in testa per l'ultima volta e lo spingo fuori. Addio Micho, un po' ti invidio.

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