venerdì 18 marzo 2011

"Bullesque": ovvero l'arte del bullismo

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Il titolo della lezione di oggi è geniale, pochi cazzi. Il riferimento al burlesque non è casuale: anche il bullismo, se ben praticato, può produrre numeri divertenti che intrattengano i ragazzi durante le pesanti mattinate scolastiche. Il nostro intento perciò è quello di riportare in voga l’antica arte di prendere in giro i più deboli, di umiliarli, di fiaccarli nella loro volontà di affermarsi nella vita. È un’arte che rischia di scomparire, minacciata dal buonismo dilagante ovunque e specialmente in quel feudo del pensiero illiberale che è la scuola pubblica. Proprio come nel burlesque dobbiamo “spogliare” di ogni ipocrisia un’attività assolutamente normale, connaturata al percorso umano di affermazione personale.

La mission della nostra Università è formare la classe dirigente del futuro; ma se ogni anno ci arrivano studenti fallati, con i capelli unti, emotivamente instabili, addirittura stranieri, appassionati di botanica ecc. capirete che il nostro lavoro si complica. È bene dunque che ci sia una preselezione e che questa venga effettuata in età infantile direttamente dai bambini più forti. È questo l’argomento della lezione di oggi: come educare i vostri figli ad affermarsi nella società a discapito dei più deboli. Questo concetto è mirabilmente sintetizzato in quella poesia di Pablo Neruda intitolata “Ogni mattina, in Africa, una gazzella”, la conoscerete senz’altro.

Per prima cosa dovete addestrare i vostri ragazzini a riconoscere le loro prede. Non è difficile, le categorie sono sempre le stesse da secoli. Ve le descrivo di seguito insieme ad alcuni suggerimenti pratici.

1. Ciccioni, occhialuti e altri difettati

Non mancano mai in nessun contesto scolastico. I ciccioni, dicono i dati, sono addirittura in aumento. Per questa categoria è consigliata la derisione diretta, possibilmente davanti a tutti e preferibilmente in rima. La rima conferisce all’insulto un’aura di autorevolezza che ne potenzia gli effetti. Il cervello dei bambini è portato a credere che le frasi in rima siano vere, me lo ha detto un mio amico neurologo, per questo grandi classici come “cicciabomba cannoniere fai la cacca nel bicchiere” o “quattrocchi sparapidocchi” non passano mai di moda. Tramandate ai vostri figli i capisaldi della tradizione bullesca.

2. Stranieri

I bambini stranieri arrivano nel nostro paese già preparati ad affrontare discriminazioni di ogni tipo. Quindi c’è bisogno di ricorrere a umiliazioni fantasiose. Sentite come io e i miei amichetti sistemammo un bambino turco negli anni ‘ 80.

- Ciao ragazzi.

- Ciao un cazzo, Hakan.

- Che è successo?

- Non fare finta di non saperlo.

- No, davvero, di che parlate?

- Tuo padre ha sparato al Papa.

- Ma che state dicendo?

- È sul giornale, guarda: “Arrestato l’attentatore: è un turco” e c’è il nome di tuo padre. Bello stronzo che sei. E se ora mio padre va a sparare a Maometto?

- Mi viene da piangere.

3. Secchioni

Sono i più insidiosi. Sono quelli che invece di affermarsi per le loro capacità di stare al mondo cercano la scorciatoia dello studio. Molti di loro si autodistruggeranno in adolescenza con i film porno e i giochi di ruolo, ma alcuni rischiamo di trovarceli a capo di qualche banca o in tv a condurre “L’infedele”. I secchioni sono quasi completamente incapaci di reagire, per questo si prestano bene a subire ricatti, estorsioni di denaro e qualsiasi tipo di sopraffazione psicofisica. Raccomandate ai vostri figli di riprendere il tutto con il telefonino che poi ci facciamo i video didattici.

4. Gay

Voi direte che questa categoria è già ricompresa in quella dei “difettati”. Tecnicamente è vero, ma il problema è che mentre è facile individuare un ciccione o un negretto, è difficile riconoscere un bambino gay. Quindi meritano una categoria a parte. Le scuole elementari sono piene di bambini gay, per individuarli basta fare attenzione ad alcuni dettagli rivelatori come l’uso smodato di evidenziatori, la predilezione per la marmellata, l’avversione per i supereroi (esclusi Batman e Robin). Qualche anno fa vi avrei consigliato di dire ai vostri figli di ignorarli, che al massimo sarebbero diventati stilisti o ballerini, ma oggi uno di loro è addirittura Presidente della Puglia. Pensate se una cosa del genere dovesse capitare in Italia. La strategia migliore è frequentarli – che oltretutto sono circondati da femmine – illuderli di essergli amici per poi rinnegarli. Di solito non reggono alla delusione. Mio figlio ventenne ne frequenta uno da sei anni, sicuramente con questo scopo.

Per inciso, questi suggerimenti sono indirizzati a chi ha figli maschi. Se avete la sfortuna di avere figlie femmine non perdete la prossima lezione: “Come educare le vostre figlie a scegliere il maschio più forte”.



Postilla dell’autore.

L’episodio del bambino turco è autobiografico. Pur avendo partecipato solo marginalmente (ho assistito senza intervenire) a distanza di anni sento il dovere di scusarmi pubblicamente con quel bambino (che non si chiamava Hakan). Mi auguro gli sia di consolazione sapere che oggi sarei fiero di un padre che spara al Papa.

giovedì 10 marzo 2011

Best of PDL (Palestra di Daniele Luttazzi) #9

Berlusconi, perfettamente riuscito il lungo intervento di ricostruzione maxillo-facciale in anestesia generale. Il rientro a Roma è previsto già per giovedì prossimo in occasione di un Consiglio Dei Ministri straordinario per accelerare l'epocale riforma della Giustizia: il tutto sempre approfittando dell'anestesia generale. (Corrado Ambrosi)

da La Palestra di Daniele Luttazzi