venerdì 30 maggio 2014

lunedì 26 maggio 2014

#213

[ULTIM'ORA] I grillini protestano: "Eravamo convinti che si votasse anche lunedì"

venerdì 23 maggio 2014

Matteo Renzi: "80 euro in più anche nelle paghette dei bambini"



Roma – Potrebbe riservare sorprese la paghetta di maggio dei bambini italiani. È quanto trapela da Palazzo Chigi al termine di un convulso consiglio dei ministri. L’intenzione del Presidente Renzi, infatti, è di continuare sulla strada del rilancio dell’economia già intrapresa con il bonus di 80 euro nelle buste paga dei lavoratori. Stavolta ad usufruire dell’incentivo economico saranno i bambini, che da questo mese troveranno 80 euro in più nelle loro paghette. Ma vediamo nel dettaglio chi usufruirà del bonus.

Il provvedimento dovrebbe riguardare tutti i bambini tra i 7 e i 14 anni che percepiscono una paghetta mensile inferiore ai 3.000 euro netti, tutti i bambini adottati entro il 1 gennaio 2011 e tutti i boyscout indiscriminatamente. Restano fuori gli orfani di lungo corso, i figli dei camorristi e i nipoti di Pierluigi Bersani (su questo punto Renzi è stato irremovibile).

Lo scoglio invece è rappresentato dall’opportunità o meno di estendere il bonus anche alle baby squillo: “Su questo punto delicato stiamo cercando una convergenza con le altre parti politiche”, fanno sapere voci vicine al Presidente Renzi che però può già contare sul sì di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, infatti, ha commentato con un significativo “Sì, diamolo alle baby squillo”.

Il provvedimento sta già incontrando il consenso entusiastico delle associazioni dei commercianti: “Finalmente una boccata d’ossigeno anche per noi”, ha dichiarato il Presidente di Federmerendine.

Ma non manca chi critica il provvedimento bollandolo come astuta manovra politica. Ai più attenti, infatti, non è sfuggito il particolare che ad usufruire dell’aumento in paghetta sarebbero anche molti deputati del Movimento 5 Stelle.

venerdì 16 maggio 2014

"Troppi Papi morti sul lavoro", la Procura apre un'inchiesta



ROMA – Che il mestiere del Papa sia pericoloso lo prova il fatto che ormai nessun italiano vuole più farlo. Da anni, infatti, questa antica professione viene svolta esclusivamente da lavoratori stranieri, spesso già in precarie condizioni di salute.
Sono 262 i Pontefici che hanno perso la vita durante lo svolgimento del loro lavoro. Una scia di sangue che dura da secoli a cui si sono sottratti solo 3 Papi nella storia.

“Stiamo cercando di sollevare il velo d’omertà che circonda queste ‘morti bianche’ – spiega Pietro Santopadre dello SPA (Sindacato Papi Autonomi) – perché per sconfiggere questa piaga dobbiamo innanzitutto parlarne e sensibilizzare l’opinione pubblica. Per esempio la gente deve sapere che uno studio internazionale ha rivelato che il Pontefice è una delle professioni più a rischio, insieme al dittatore, al camorrista e al tappezziere”.

Importante anche la testimonianza di un Papa attuale (che vuole restare anonimo) che ci rivela lo stato d’animo di chi svolge questo mestiere. Le parole di Papa Alberto (il nome è di fantasia) sono significative: “Ogni giorno mi affaccio alla finestra, parlo alla gente, accarezzo i bambini, ma non so mai se arriverò vivo a fine giornata. Quando dico alle persone ‘pregate per me’ tutti lo interpretano come un gesto di umiltà, non sanno che in realtà mi sto cacando sotto”.

Lo SPA, quindi, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Di Papitudine si muore”. Testimonial della campagna è Joseph Ratzinger, l’unico tra i Papi moderni che ha avuto il coraggio di licenziarsi e che ha raccontato la sua drammatica esperienza nel libro “Se questo è un Papa”.

Intanto la Procura vuole vederci chiaro e ha aperto un’inchiesta. Le attenzioni degli inquirenti si concentrano sul misterioso datore di lavoro dei Papi – che si fa chiamare “Il Signore” – e che risulta da sempre irrintracciabile.